La sollevazione degli Svizzeri del 7 Luglio 1859, sulle pagine di un giornale triestino: IL DIAVOLETTO – abbiamo riportato anche alcune notizie sulle trattative di pace a Zurigo. |
IL DIAVOLETTO – Trieste – 1859 |
DISPACCI TELEGRAFICI.
Parigi 8 luglio. I fogli serali della Patrie e della Presse credono loro dovere di ammonire la pubblica opinione perché non s'abbandoni troppo alle speranze di pace durante l' armistizio. La Patrie ricorda il programma dell'Imperatore prima della sua partenza per l'Italia.
Parigi 9 luglio. Si ha da Napoli 8 corrente: Iersera 200 soldati, di cui 50 Svizzeri, sollevatisi, uscirono armati dal forte del Carmine, a fin di trascinare le truppe svizzere alla ribellione. Ma essi fallirono nel loro intento allorché giunsero al Campo di Marte, giacché tutte le truppe svizzere e indi gene ne fecero giustizia a colpi di cannone. Quaranta ne furono uccisi, gli altri disarmati. Venerdì saranno giudicati. La città di Napoli è tranquilla.
(Osserv. Triestino.)
DISPACCI TELEGRAFICI.
Altro del 12. Riceviamo le seguenti notizie da Napoli in data del 9.
Durante la notte, un certo numero di Svizzeri, si ammutinarono nelle caserme, uccisero il colonnello del 4.º reggimento, come pure parecchi ufficiali e si diressero verso il palazzo reale.
Ma un battaglione di cacciatori ed un reggimento di ussari li fece retrocedere sino al Campo di Marte. Quivi, accerchiati dal generale comandante la divisione, gli svizzeri, a cui fu intimato di rendersi, risposero con una scarica che ferì il generale ed una ventina di uomini.
Il generale li fece mitragliare. Essi ebbero 75 uomini uccisi, e 233 feriti.
Partenza. Ieri alle 11 antimer. fece vela per Manfredonia il regio brick napoletano “Maria Teresa”, comandato dal tenente di vascello E. d'Amici con a bordo 166 soldati svizzeri, stati ultima mente arrolati e riunitisi a Trieste. Alle 10 ore il legno venne visitato dal signor console generale, commendatore Stella che al suo dipartire venne salutato da 9 colpi di cannone delle artiglierie di bordo.
Berna 17 luglio. Il consiglio federale ha spedito il consigliere Latour in missione straordina ria a Napoli, coll'incarico di terminare la vertenza tanto penosa per la Svizzera, e procurare il ritorno alle truppe svizzere che trovansi ancora a Napoli.
Egli parte per la via di Marsiglia, per constatare ivi la nazionalità degli Svizzeri stati licenziati in seguito all' ultimo ammutinamento.
Marsiglia 16 luglio.
Cinque bastimenti napoletani, scortati da una fregata della stessa bandiera, hanno sbarcati oggi nel nostro porto duemila svizzeri congedati dal servizio del re di Napoli. Questi militari ripartono ancor oggi per la via ferrata di Lione per ritornare in patria. E sparsa la voce che a Napoli lo spirito pubblico prendeva un indirizzo ostile al governo, e faceva prevedere avvenimenti sinistri. Anche in Sicilia l'opinione sarebbe concitata.
ITALIA. Notizie da Napoli affermano che quel partito il quale cerca di rovesciare il generale Filangeri, sembra aver preso il sopravvento; almeno le pratiche repressive dell'antico regime sono rimesse in vigore; a proposito della rivolta degli svizzeri il giornale ufficiale, dà una smentita a quello che tutti affermano, e loda molto la moderazione ed il contegno della popolazione.
FRANCIA. Parigi 20 luglio.
[…]
Il governo svizzero continua a prendere delle misure per impedire l'arruolamento de' suoi nazionali all'estero, e specialmente poi pel governo delle due Sicilie. Un delegato vien mandato a questo scopo alla corte di Napoli.
ITALIA. Napoli 16 luglio. Il Foglio ufficiale dà in quattro lunghe colonne i particolari dell'ultima sommossa. Esso comincia a lodare il contegno della popolazione che è un modello di devozione e d'attaccamento al trono. Poi racconta le agitazioni delle caserme è il modo con cui gli Svizzeri furono mitragliati al Campo di Marte. E singolare che l'organo del Governo non indica alcun motivo della sollevazione. - Intanto il Governo continua ad essere agitatissimo. I suoi agenti l'avevano prevenuto che ieri era il giorno fissato per una grande sommossa militare.
Ma ieri è passato, e non un grido, non una dimostrazione che autorizzasse il minimo sospetto.
[…]
Marsiglia 26 luglio.
[…]
Un nuovo convoglio di svizzeri proveniente da o Napoli è stato sbarcato in questo porto.
— La Patrie, da Napoli, 16 luglio, il seguente carteggio:.
“Oltre a 3,000 soldati svizzeri, approfittando della scelta, lasciata loro, di riconoscere la bandiera napoletana, 0 di ripartire immediatamente, hanno già domandato licenza di partite. Ma i passaporti, i stati rifasciati fino ad oggi, non riguardano che i 1897 individui. Sabato 9 corrente, di sera, segni il loro imbarco tra le acclamazioni della moltitudine radunatasi sul molo. A rivederci, rispondevano gli Svizzeri con entusiasmo.
“Non può dirsi ancor terminalo il grave affare t della rivolta degli Svizzeri o del loro patriottico attaccamento alla bandiera federale. Una certa agitazione, la quale non s’è ancora del lutto calmata, nel punto in etti vi scrivo, regnò in Napoli negli ultimi giorni. Il 10, i villaggi di Posilippo e di Fuorigrotta furono scena di scaramucce fra' soldati svizzeri, sbandati in seguito al fatto del Campo di Marte, e i soldati indigeni inviati ad insegui li. Ignoro se vi siano state nuovo vittime, ma so che la prima notizia di quell'infausto avvenimento agitò e turbò i numerosi passeggiatori di Chiaia.
“L’altr’ieri, nuova agitazione: si diceva che il 4.° degli Svizzeri avesse dichiarato di esigere egli pure l’autorizzazione di partire. Il pronto arrivo della oavalleria napoletana, del 13.° cacciatori svizzeri e di alcune brigate di polizia, ha represso quel tentativo senza spargimento di sangue. È nondimeno evidente che, nelle file della nostra guarnigione straniera, la diserzione sta per divenire ogni giorno maggiore, e produrrà fra breve lo scioglimento dei due reggimenti che trovansi ancora qui.
“In quella stessa sera, al forte Sant’Elmo, un soldato svizzero, condannato dal Consiglio di guerre, doveva subire la pena capitate: improvvisamente, come s’egli fosso stato illuminato da una grande Mea, si avanzò arduamente tra’ suoi camerati, che dovevano passarlo per te armi, é chiesto di profferire alcuno parole: “La mia condanna, egli dice, non è valida, ed io non debbo subirla. Se noi non siamo più soldati svizzeri, ma soldati napoletani, dobbiate essere giudicati e, condannati giusta te leggi napoletane; perché dovrem noi riconoscere la competenza dei consigli di guerra svizzeri?
“Tale inattesa arringa sorprese assai vivamente l’uffiziale di servizio. I dodici soldati, posti sotto i suoi ordini per quell'esecuzione, approfittarono della sua momentanea titubanza, e, liberarono il condannato, il quale non volle di meglio e la diede a gambe. Alcuni minuti dopo, però fu represso quell’ammutinamento, e i dodici soldati vennero posti in arresto.
“Il giorno seguente, fu consegnato il forte Sant'Elmo alla truppa napoletana, innovazione che non fu punto gradita agli Svizzeri, i quali erano da lungo tempo gli esclusivi custodi di quell'importante castello.
“Ieri a sera, nuovo emergente, per cui non fummo più tranquilli dei giorni precedenti. Numerose pattuglie corsero le vie; e la città fu posta, a così dire, in istato d'assedio. Sembrava che dovesse succedere una dimostrazione de‘ Lazzaroni in senso reazionario ed ultrarealista; ma prontamente accorse le truppe della guarnigione, quel progetto, se c'era, venne mandato a vuoto.
ULTIME NOTIZIE
[…]
A Napoli si aspetta di giorno in giorno l'arrivo di un delegato del governo federale che dovrà fare un' inchiesta sui fatti dei reggimenti svizzeri.
Il re è già andato in gran pompa a ricevere la benedizione del cardinale arcivescovo di Napoli, ed a baciare la reliquia di S. Gennaro. Quindi tutt'i gran dignitari del paese furono ammessi a baciar la mano alla coppia reale. Ci fu finalmente illuminazione generale, e gran gala al Teatro S. Carlo.
Quanto poi alla politica estera, siamo sempre alle stesse condizioni, e sembra che l'antico regime debba perpetuarsi.
Berna 31 luglio.
Alla missione del signor Latour a Napoli segue ora una contromissione, essendo arrivato in questa città il maggiore Migy con speciali incarichi del Re.
SVIZZERA. Berna 2 agosto.
Bund la seguente comunicazione: Leggiamo nel Bund la seguente comunicazione:
Il signor conte Rechberg annunziò al Consiglio federale ufficialmente che i Governi francese ed austriaco scelsero la città di Zurigo per aprirvi le trattative di pace. A questo annunzio il signor conte Rechberg aggiunge che la previdenza ed energia dimostrate dal Consiglio federale nell' osservanza della neutralità svizzera, raccomandarono alle Potenze il territorio della Confederazione elvetica come il più opportuno per tenervi le conferenze, e vi esprime la speranza che i loro plenipotenziari trovino sul suolo svizzero una buona accoglienza. Il Consiglio federale impartì su ciò al Governo del cantone di Zurigo le istruzioni analoghe alle circostanze.
ITALIA. Napoli 29 luglio.
A quanto dicesi, due degli svizzeri fatti prigionieri nel Campo di Marte e nei dintorni di Napoli il cui numero si fa ascendere a 270, furono condannati dal consiglio di guerra alla pena di morte, e tutti gli altri ai lavori forzati.
(Köln. Zeit.)
Marsiglia 9 agosto.
Abbiamo notizie da Napoli del 6. – L'inviato della Confederazione Svizzera ha formulato le sue domande tendenti ad ottenere: 1. La cessione delle bandiere degli antichi reggimenti svizzeri. 2. Il cangiamento dell’uniforme degli attuali reggimenti. 3. La soppressione del nome svizzeri dato ai reggimenti stranieri.
Il duca Serra Capriola parte in missione straordinaria per Roma.
Napoli, 14 agosto.
Le truppe svizzere hanno chiesto nuove condizioni. A motivo della loro insubordinazione, il governo è intenzionato di licenziarle.
Berna 16 agosto.
Notizie da Napoli venute al consiglio federale promettono l'adempimento delle domande fatte pei reggimenti svizzeri dal plenipotenziario speciale della Confederazione, consigliere di Stato Latour.
I plenipotenziari delle conferenze di Zurigo seguiranno l'invito loro fatto dal consiglio federale di recarsi a Berna.
Berna 19 agosto.
Notizie da Napoli annunziano che tutti i reggimenti svizzeri furono sciolti formalmente. La trasformazione di essi in battaglioni di cacciatori non à seguito.
Marsiglia 19 agosto.
Le notizie di Napoli in data del 16 annunziano che la sera prima, mentre la legazione francese celebrava la festa dell'Imperatore Napoleone con un servizio divino nella chiesa di S. Giuseppe, a Chiaia, il governo ha fatto una dimostrazione delle più incovenienti contro la Francia.
Un certo numero di Napoletani dell'alta società erasi unito ai Francesi; la polizia fece circondare la chiesa: quattro battaglioni presero posizione, e pattuglie di cavalleria allontanavano gli spettatori dal passaggio che dovea seguire il corteggio. Allora una folla considerevole e simpatica si radunò davanti i giardini della Villa-Reale, ma due reggimenti di cavalleria con dodici pezzi di cannone arrivarono bentosto e dispersero spietatamente la folla all'avvicinarsi del corteggio del Barone Brenier.
Malgrado l'attitudine inoffensiva dei curiosi, numerosi arresti ebbero luogo.
Il generale Filangieri dirigeva personalmente queste misure violenti. Il corpo diplomatico era rappresentato al Te Deum soltanto dal signor Craven, segretario della legazione inglese e dalla legazione Sarda in completo. I membri di Russia, di Prussia, d'Austria, di Spagna ed il nunzio apostolico erano assenti.
Berna 22 agosto.
[…]
Le truppe svizzere congedate a Napoli ricevono paghe arretrate secondo la capitolazione e la promessa del defunto Re.
Marsiglia 24 agosto.
Cinque bastimenti napoletani sono giunti, conducenti duemila svizzeri, che sbarcheranno domani per essere immediatamente diretti sopra Genova.
SVIZZERA. Zurigo 26 agosto.
Egli è certo che non furono mai sparse nel mondo tante fole, o, per dir meglio, menzogne intorno ad una riunione qual è questa per la pace, come si fece appunto a proposito di quest'ultima. A non discorrere più oltre delle anteriori comunicazioni del giornali francesi riguardo a dispareri ivi dominanti, e ad una conseguente sospensione dei lavori, si è persin parlato d'un duello che avrebbe avuto luogo fra i primi plenipotenziari d'Austria e di Sardegna! Mancava sol tanto che si nominassero i padrini e i testimoni d'ambe le parti, per coronare l'audacia della menzogna. Il fatto è che rare volte si riunì in qualche luogo un adunanza di tal genere, in cui da tutte le parti, fra tutti i plenipotenziari e le persone addette a loro, avessero regnato disposizioni più amichevoli e conciliative, e relazioni conformi a queste, che in questo convegno.
A coloro che sono qui ulteriormente informati di quanto avviene, deve riuscir comico di leggere stampati in giornali tedeschi alcuni telegrammi indi rizzati ad essi da Zurigo o da Berna i quali non dicon altro se non che in questo o in quel giorno è seguita una conferenza fra i plenipotenziari d'Au stria e di Francia. Io avrei potuto trasmettervi un dispaccio simile quasi ogni giorno (con vantaggio dell'istituto dei telegrafi svizzeri, ma certamente non per l'interesse vostro e dei vostri lettori), giacché le conferenze fra i plenipotenziari d'ambe le parti vengono continuate zelantissimamente, e il persona le sussidiario di essi e continuamente affaccendatissimo. Ma da ciò i vostri lettori non avrebbero tratto il menomo schiarimento ulteriore sullo stato delle cose di Zurigo, e perciò mi sono astenuto tanto dal trasmettervi telegrammi quanto dallo scrivervi lettere.
(Fr. Postz.)
Dispacci Telegrafici.
Berna 2 settembre.
Oggi non ci furono conferenze a Zurigo.
Un corriere è giunto da Torino in questa città.
Il cavalier Jocteau, secondo plenipotenziario di Sardegna, è partito da Zurigo per Berna, donde ritornerà domani al suo posto.
Il consiglio federale, ha mandato un impiegato federale a Marsiglia per ricevere 2400 svizzeri, giunti da Napoli in questo porto.
Napoli 4 settembre.
Gli Svizzeri sono quasi tutti partiti. E accreditata la voce che il generale Nunziante diverrebbe ministro di Polizia.
Napoli 13 settembre.
E comparsa un'ordinanza che decreta la formazione di quattro battaglioni di bersaglieri tirolesi (?) e già i vecchi reclutanti sonosi posti all'opra. I quattro reggimenti svizzeri hanno lasciato un nucleo di 1200 uomini. Viene annunziata la partenza di una colonna mobile che recasi a Chiesi; il governo mette la sua attenzione dal lato degli Abruzzi, poiché sembra inquietarlo il movimento delle Legazioni.
Il generale Filangeri vive ritirato a Sorrento; tutti credono al suo definitivo ritiro.
Il commissario di polizia del quartiere di Chiaia è stato destituito per aver lasciato distribuire al reggimento degli Ussari, al ponte di Chiaia, delle coccarde tricolori sulle quali eran scritte le parole: Viva l'armata! Viva l'indipendenza! Viva l'Italia! nel giorno della festa di Piè di grotta.
Il ministro di Francia ha dato ieri a Castellamare, una refezione di sessanta coperte; il corpo diplomatico, i grandi dignitari dello stato, le Loro Altezze Reali i conti di Trapani e di Montemolin vi assistevano.
La flotta inglese non si allontana più dalla nostra costa, né da quella della Sicilia.
L'esposizione delle belle arti è aperta al Museo Borbone; fra gli espositori si novera S. A. R. il conte di Siracusa, il cui talento di scultore è apprezzatissimo nel mondo artistico.
SVIZZERA. Berna 23 settembre.
[…]
– Delle truppe svizzere, state licenziate a Napoli vennero arruolati fin'ora 9000 uomini per Roma, parte a Napoli stessa, parte a Marsiglia. Il corpo degli ufficiali del primo ex-reggimento svizzero in Napoli si occupa nuovamente coll'arruolare cacciatori.
SVIZZERA.
D'un fatto ben singolare son presentemente testimoni i confini svizzeri e la Svizzera Stessa. Giammai i reclutamenti per l'Italia non vi furono spinti con maggiore attività. Un gran numero di soldati svizzeri che abbandonarono il servizio di Napoli, non sapendo che fare dopo aver abbracciato le loro famiglie, non possono più abituarsi alla vita dei campi.
Molti s'ingaggiano di nuovo per Napoli; il loro numero si fa ascendere a pressochè tre mila.
(Indep.)
Crudeltà a Napoli.
Un foglio di Torino per far credere le supposte ed inventate crudeltà del governo napoletano, narrava dell'arresto di sei o sette persone che furono liberate il giorno dopo! Aggiungeva le lodi del ministro di polizia, perché si era ricusato di arrestare persone senza prove sufficienti; subito dopo insultava quello stesso ministro, perché aveva protestato di essere pronto ad arrestare tutta Napoli, se così volessero le leggi. Non diciamo nulla dei vocaboli vituperevoli ed insolenti adoperati, parlando del giovane Re di Napoli, malgrado la legge che proibisce ai nostri giornali di insultare i Sovrani. Ma il nuovo Re di Napoli segue l'esempio dell'augusto suo gemitore, che venne lodato nel Parlamento piemontese perfino dal democratico signor Brofferio, e sprezza le calunnie dei liberali di Torino e di tutto il mondo.
La bizza di costoro contro Napoli si spiega facilmente. Invece di sollevazioni, di tumulti, di disordini, in tutto il Reame regna quiete somma, tranquillità per fetta, e contentezza piena. Malgrado i tentativi per subornare gli Svizzeri, e proclami per eccitare il popolo, tutti a Napoli sono contenti del loro governo, ed amano il loro Re. Non è cosa da far piangere di rabbia i rivoluzionari?
A questa condizione di cose nell'interno, arrogi le migliori relazioni coll’estero. La Francia sopratutto si dimostra amicissima al presente governo napolitano ed è cosa che va pei suoi piedi. Specialmente ora che non è d'uopo ricercare né a Napali, né in Sicilia un regno per qual che Principe francese; se si volesse, se ne ha più d'uno a Firenze ed a Modena. Comunque sia, oltre l'ambasciatore francese, signor Brenier, giunse a Napoli, inviato speciale del governo francese, il generale Roguet, che presentò al giovane Sovrano la risposta dell'Imperatore Napoleone III alle lettere di congratulazione del Re di Napoli.
Il generale Roguet, accolto con quella squisita cortesia che è propria dei Reali Siculi, recò le più consolanti notizie di Francia e dell'Imperatore Napoleone, che desidera sommamente di conservare e restringere sempre più i vincoli di amicizia tra i due governi, lodando ed approvando non solo la politica finora praticata a Napoli, ma incoraggiando ancora altri divisamenti per ristabilire l'ordine in altre parti d'Italia, ove sia necessario. Per ora non è da aggiungersi altro, ma devesi aspettare che parlino i fatti.
Il dispaccio telegrafico di giorni sono, che par lava degli arrestati a Napoli rimessi in libertà, e rimandava il lettore alle corrispondenze dei giornali francesi, era relativo ai supposti arresti di 6 o 7 persone di cui sopra, che, se pur son veri, la prigionia degli arrestati non durò che pochi dì.
Diciamo se pur son veri; avvegnachè gli stessi giornali francesi, se son liberali, non la cedono a nessun altro nell'inventare panzane, o trascriverle da altri a carico d'un governo che loro non va a sangue. D'altra parte i diari conservatori di Parigi non parlarono niente affatto di quegli arresti; donde la conseguenza, che il fatto principale per cui il Diritto di Torino accennava a Caligola, parlando del governo di Napoli, non sussiste. Ma sussistesse pure: fortunatissimo l'Impero romano se Caligola non avesse fatto altro che imprigionare cinque individui per 4 ore! L'Indèpendance, che, se non sa quel che dice, sa sempre quanto riceve, smentisce oggi i gravami pubblicati ieri contro il governo napolitano, cui anzi tributa lodi! Si sa quanto valgono le lodi di certi giornali; ma si nota questo fatto dell'Independance come un argomento ad hominem pei liberali.
(Arm.)
SVIZZERA.
Dietro dimanda del signor Latour, inviato a Napoli, i soldati ritornati dal servizio di quel regno che hanno da far valere ragioni a pensione od indennizzazione, devono indirizzarsi al Consiglio federale, e non direttamente al signor Latour suddetto.
(G. T.)
SVIZZERA.
I convitati al banchetto della pace di Zurigo furono 38, i quali il 15 del corrente, a Berna nel palazzo del Governo svizzero posero l'ultima mano al trattato di pace, mangiando e cioncando in onore della Svizzera e di tutte le Potenze d'Europa e del mondo. Il sig. Stämpfli, presidente della Confederazione Svizzera ed Anfitrione, presiedeva pure al banchetto, e bevette alla guerra cessata, al valore dei due avversari ed all'onore delle tre Potenze rappresentate a Zurigo. Ringraziò le stesse tre Potenze dell'onore e del vantaggio fatto alla Svizzera eleggendola a sede delle trattazioni per conchiudere la pace. Il barone de Bourqueney, plenipotenziario francese, che tenea il primo posto alla destra del presidente, rispose allo stesso, bevendo in onore della Svizzera, la prosperità della quale poggia sopra ferme basi ed incrollabili; la lodò pure pel modo col quale conservò la neutralità tra le due parti belligeranti, quando il cannone tuonava alle sue porte.
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